settembre 12, 2022
Ogni volta che acquistiamo qualcosa, c’è di mezzo un imballo in plastica. Non esiste praticamente prodotto, sia esso un alimento o un bene di consumo, che arrivi a casa nostra senza essere impacchettato in una pellicola, un involucro o una confezione aggiuntiva. L’immagine che inevitabilmente si delinea nella nostra mente mostra, nella migliore delle ipotesi, spiagge invase dai rifiuti e mari in cui abitanti della barriera corallina nuotano districandosi tra sacchi dell’immondizia. Nonostante la pessima reputazione delle materie plastiche, non riusciamo tuttavia farne a meno. Esistono però alternative, fra cui gli imballaggi sostenibili realizzati con materiale riciclato fino al 100%. Come funziona? Produttori come rose plastic AG, azienda tedesca con sede a Hergensweiler/Lindau, ci indicano che la strada da seguire è la lavorazione della plastica riciclata.
Per quale ragione noi, come produttori di utensili, ci affidiamo agli imballaggi in plastica? In passato, abbiamo sempre inviato i nostri prodotti ai clienti proteggendoli il meglio possibile e rendendoli chiaramente riconoscibili come articoli CERATIZIT. E questo non è cambiato! Solo l’impiego di speciali scatole di spedizione in plastica può darci la certezza che i nostri utensili di alta qualità, alcuni dei quali vulnerabili per via di caratteristiche e dimensioni specifiche, arrivino sani e salvi a destinazione. Poiché fino ad ora non sono state trovate alternative serie, è necessario ottimizzare le varianti esistenti, per lo meno in termini di sostenibilità.
Dal punto di vista produttivo, gli imballi in plastica richiedono relativamente poche risorse e, considerato il peso ridotto, consentono di evitare emissioni superflue durante il trasporto. Gli studi dimostrano che se volessimo sostituire gli imballi in plastica con materiali alternativi idonei, il fabbisogno energetico risulterebbe più che raddoppiato, triplicando al contempo le emissioni di CO2.
Cosa significa “imballaggio sostenibile”? “Un imballaggio sostenibile combina il concetto di massima funzionalità con la migliore protezione possibile del prodotto, ha un impatto ecologico minimo ed è il più circolare possibile”, si legge nella Guideline for Circular Packaging dell’Università tecnica di Vienna. Che è esattamente il nostro approccio: per CERATIZIT il tema della sostenibilità non è oramai solo un punto nodale, ma determina ogni singola azione. Sebbene leggeri dal punto di vista fisico, gli imballi che utilizziamo hanno un grande peso nella nostra strategia di sostenibilità.
I materiali da imballaggio sono autentici e versatili tuttofare, o almeno questo è quanto noi pretendiamo da loro. Innanzitutto, sono chiamati a proteggere in maniera ottimale prodotti di alta qualità durante la spedizione e lo stoccaggio. Devono quindi assicurare massima stabilità, senza però che ciò comporti un peso o un volume eccessivo. Hanno inoltre il compito di soddisfare tutti i necessari requisiti rinunciando a ulteriori ausili, poiché ogni grammo e centimetro cubo in più influirebbe negativamente sulla sostenibilità dei prodotti. Ciò che chiediamo a un imballo include quindi caratteristiche quali estrema robustezza, ma anche compattezza, massima leggerezza nonché impilabilità.
La consegna degli utensili al cliente dev’essere effettuata in tempi brevissimi. Per noi è pertanto fondamentale che sia i prodotti sia i rispettivi imballi siano progettati in modo da garantire la maggiore automatizzazione dei processi possibile. La condizione ideale sarebbe semplicemente riutilizzare le scatole usate per la spedizione. Oppure riciclarle, dando magari loro l’opportunità di rendersi nuovamente utili per contenere uno dei nostri prodotti nel corso della propria vita.
Sebbene la funzionalità sia decisiva, pensiamo che un imballo debba anche avere un bell’aspetto, poiché rappresenta il biglietto da visita di un prodotto. Ciò non significa ricorre a confezioni lussuose o fronzoli, bensì fornire informazioni chiare sul produttore (nel nostro caso il veicolo è il colore rosso) e riportare in maniera comprensibile sull’etichetta i dati principali del contenuto. A prescindere da quanto sopra esposto, il materiale plastico utilizzato per produrre gli imballaggi deve derivare prettamente da materiali riciclati ed essere a sua volta riciclabile.
È chiedere molto? Sì, siamo d'accordo, ma è assolutamente fuori discussione. Dagli imballaggi abbiamo numerose aspettative. Alcuni studi hanno dimostrato che, se si danneggiasse un solo strumento anziché l’intero imballo di una consegna, il danno sarebbe maggiore. Verrebbero per così dire sprecate molte più risorse importanti, rimarcando ulteriormente lo stretto rapporto tra imballaggio e sostenibilità.
Che plastica e sostenibilità non debbano per forza rimanere concetti contrapposti è garantito da una corretta e regolare separazione della plastica dopo l’utilizzo. In Germania, il materiale proveniente dall’ambito domestico viene conferito in sacchi o bidoni gialli presso gli impianti di riciclaggio locali. Esso viene quindi selezionato, sminuzzato e sottoposto a vari metodi di lavorazione in base alla tipologia di plastica (PP o PE). Dopo la separazione, si prosegue con la successiva lavorazione. E non c'è nulla che impedisca di utilizzare subito questo materiale di riciclo post-consumo per creare nuovi prodotti. Oltre al PCR, trovano impiego anche i riciclati post-industriali (PIR), derivanti dai residuati dell’industria della plastica, fra cui ad esempio scarti di processi di stampaggio o di lotti difettosi. Il loro vantaggio consiste nella spiccata facilità di riciclo, poiché non mescolati ad altri materiali e poco contaminati. Pertanto, laddove non fosse disponibile PCR o occorresse una particolare purezza del materiale, i PIR rappresentano un’utile alternativa ai prodotti nuovi.
Per poterli trasformare nuovamente in una risorsa preziosa, i rifiuti selezionati vengono macinati, puliti, fusi, filtrati e rigranulati. Il materiale riciclato è valido quanto quello a base di petrolio. Offre la stessa protezione standard e la stessa qualità dei materiali di base derivati dal petrolio. Della lavorazione dei suddetti granulati si occupa l’azienda rose plastic AG. Impresa a conduzione familiare con sede a Hergensweiler/Lindau, in Germania, produce imballaggi riciclabili da oltre 65 anni ed è leader di mercato nella produzione di imballaggi in plastica per utensili. rose plastic utilizza esclusivamente plastiche riciclabili, con un tasso di riciclo interno pari a quasi il 100% grazie a processi di produzione monovarietà. Si ottengono così prodotti a pieno titolo testati migliaia di volte.
Gli standard per la raccolta del vecchio materiale plastico variano da paese a paese. A seconda del processo o del metodo di separazione impiegati, Il prodotto riciclato può pertanto presentare colorazioni differenti. In questo contesto, giocano un ruolo importante anche le condizioni specifiche di ciascun paese. Il materiale scuro, ad esempio, deriva dall’utilizzo dei rifiuti in plastica contenuti nel sacco o nel bidone giallo per un ulteriore riciclo.
L’impiego di materiale riciclato per la produzione di imballaggi riduce la quantità di materie prime fossili coinvolte, diminuendo così il consumo energetico. La produzione del comune PET richiede ad esempio il doppio dell'energia rispetto al riciclo. Inoltre, le emissioni di CO2 risultano inferiori del 75% rispetto all’uso di granulato tradizionale. A seconda del grado di purezza, il materiale riciclato può essere riutilizzato più di una volta.
Un passo importante verso l’obiettivo di una maggiore sostenibilità dei materiali da imballaggio è la loro standardizzazione. Perché mai dovrebbero circolare diversi tipi di scatole quando un’unica forma realizzata da un unico produttore offre il miglior risultato? Aprire o chiudere i nuovi BlockPack per i nostri utensili con codolo richiede pochissima forza, mentre il bloccaggio a baionetta TwistLock offre un serraggio estremamente sicuro. L’ammortizzazione è una proprietà fondamentale per un imballaggio resistente, pertanto i BlockPack presentano estremità tubolari sagomate, scanalature di supporto laterali e piedini integrati.
Affinché un unico modello possa mostrare diverse lunghezze di utensili, è possibile regolare le dimensioni della confezione utilizzando un meccanismo di arresto. Pratici e maneggevoli anche con i guanti, i BlockPack sono estremamente stabili dal punto di vista dimensionale, nel caso in cui dovesse caderci sopra qualcosa. Resistono a umidità e olio, proteggendo il loro prezioso contenuto. Sono facili da impilare e stoccare, e possono essere richiusi e riutilizzati più volte. In quanto a funzionalità, gli imballi in PCR non hanno generalmente nulla da invidiare alle tradizionali scatole in plastica.
Prima che rose plastic AG proponesse come soluzione InsertClick Box 2A e 3A e InsertBox Connect, non esistevano confezioni specifiche per la nostra vasta gamma di inserti. Sviluppate appositamente per inserti da taglio (inserti intercambiabili, per tornitura ISO, troncatura, scanalatura, filettatura, fresatura), InsertBox Connect risponde su misura alle esigenze di CERATIZIT. La suddivisione in scomparti offre anche agli inserti da taglio più sensibili una protezione perfetta.
La nuova InsertClick Box preserva in maniera impeccabile le diverse geometrie e dimensioni di taglio. Dotato di un’apertura a scorrimento semplice e allo stesso tempo sicura, il coperchio consente di riempire, chiudere ed etichettare automaticamente ogni InsertBox, rivelandosi per noi una soluzione ideale. La base e il coperchio sono realizzati con il medesimo materiale PCR-PP, presupposto per l’ulteriore riciclo del prodotto.
Per proteggere al meglio gli inserti in PCD e CBN di qualità particolarmente elevata, utilizziamo InsertBox Connect di rose plastic. Nel caso della confezione singola, abbiamo eliminato l’inserto in plastica ancora necessario nel vecchio imballo. Per garantire comunque la massima protezione, sono presenti scomparti specifici per i diversi inserti. Inoltre, il logo CERATIZIT all’interno del coperchio assicura che gli inserti siano posizionati in modo preciso e stabile nella confezione. I prodotti realizzati in PCR soddisfano standard molto elevati in termini di qualità e prestazioni. Tuttavia, hanno caratteristiche diverse dai prodotti nuovi, benché ciò non sia indice di una qualità inferiore. I prodotti per imballaggio finiti possono presentare piccole inclusioni, e il contorno interno degli articoli ottenuti per soffiaggio ha una superficie leggermente strutturata. Le cerniere a pellicola presentano un effetto di screpolatura più intenso, senza compromettere tuttavia il funzionamento complessivamente efficiente. Inoltre, le confezioni PCR emanano un leggero odore.
Stabilire criteri di sostenibilità aziendali e sensibilizzare i dipendenti sull’argomento è sicuramente un buon punto di partenza. Ma ancora meglio è riuscire a coinvolgere anche un’istituzione esterna in grado di verificare l’efficacia delle misure implementate e indicare dove sussiste ancora margine di miglioramento. Fondamento di tutto ciò è il principio dell’economia circolare, secondo cui i prodotti vengono sviluppati e utilizzati in circolo e dunque non bisogna prestare attenzione unicamente al primo utilizzo del prodotto. Questo principio, detto "Cradle to Cradle®", è stato elaborato negli anni ‘90 dal professore tedesco Michael Braungart e dall’architetto americano William McDonough e ulteriormente sviluppato da EPEA, l’Agenzia per la protezione ambientale con sede principale ad Amburgo.
Il sistema abbraccia una visione olistica dell’approvvigionamento, della fabbricazione e dello smaltimento dei prodotti fino alla loro rigenerazione, ponendo attenzione all'intero ciclo. Il livello in cui l’azienda soddisfa questi criteri durante la produzione determina il riconoscimento dello status base, bronzo, argento, oro o platino. Il certificato viene rinnovato ogni due anni. Oltre che fornire una garanzia di qualità, esso dà alle aziende la possibilità di migliorare la propria posizione.
Prima di ricevere la certificazione “Cradle to Cradle®”, il prodotto viene analizzato in base a numerosi criteri riconducibili a 5 categorie: salute dei materiali, riciclabilità, energia rinnovabile, uso responsabile delle risorse idriche e giustizia sociale. A ognuno di questi criteri viene attribuito lo stesso peso. Nella certificazione Cradle to Cradle®, tuttavia, la salute dei materiali e la riciclabilità giocano un ruolo cruciale. Quale materiale è stato utilizzato per fabbricare il prodotto? Dove e in quale forma potrà essere riutilizzato, nel suo insieme o in forma di singoli componenti? Il nostro fornitore di imballaggi rose plastic AG ha ottenuto un punteggio eccellente, che gli è valso il conseguimento del certificato “Cradle to Cradle®” argento. Ci piacerebbe fare altrettanto e ottenere lo stesso riconoscimento!
Ancor prima che la legge stabilisca requisiti fissi, abbiamo già trovato il modo per soddisfare le quote di riciclo richieste. Entro il 2030, il 55% delle confezioni in plastica sarà riciclato per ridurre le emissioni di CO2. Nel 2021, oltre 6,3 milioni di imballi in plastica hanno lasciato i nostri stabilimenti, una cifra che in termini di peso corrisponde a circa 58,6 tonnellate. Estrapolando il volume previsto in Europa per il 2022, utilizzando confezioni in plastica PCR anziché in plastica vergine possiamo arrivare a risparmiare 226 tonnellate di emissioni di CO2 all’anno. Saremo così in grado di abbassare le nostre emissioni di CO2 nel campo degli imballaggi almeno del 60%.
Un’economia circolare ben strutturata e gestita rende la plastica un’importante materia prima secondaria anche dopo la prima vita, conferendole un ottimo punteggio in termini di sostenibilità.
01 Sacchetto giallo - 02 Granulato PCR - 03 Produzione - 04 Prodotto
Le emissioni di gas serra possono essere notevolmente ridotte riciclando materiale plastico anziché produrre nuovo materiale. Riciclare 1 tonnellata di rifiuti plastici consente di abbassare le emissioni di CO2 da 1,2 a 1,4 tonnellate rispetto alla produzione della stessa quantità di plastica da fonti fossili.
La conversione degli involucri di imballaggio in PCR riciclato è già iniziata e continuerà a progredire. Allo stesso tempo, stiamo provvedendo alla sostituzione delle etichette, anch'esse finora realizzate con materiale nuovo. Il nostro obiettivo è completare l’intero imballaggio con il 100% di plastica riciclata. Ora, potremmo certamente ritenere la nostra “coscienza verde” a posto e sederci sui risultati che sin qui abbiamo raggiunto. Ma non fa parte di noi. Gli sviluppi attuali hanno un potenziale semplicemente troppo elevato per l’ambiente e vorremmo sfruttarli per continuare a ridurre le emissioni di CO2: una visione a 360° apre spesso nuove prospettive e strade, e noi vogliamo intraprenderle insieme al nostro *partner rose plastic ®.